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Storia dei Fondatori della Chiesa Cattolica in Corea
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Miracolosa Storia della Fondazione della Chiesa Cattolica in Corea-(2)


28. La participazione ardente di Yi Byok alle Conférenze di Chon- jin-am nelle montagne del Kwang-jou, in piena notte di un inverno rigido
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Esiste un’altra nota storica sulle Conferenze di Chon-jin-am. Sono le di Mons. Daveluy. Eccone un passaggio :

«Era l’anno 1777(tieng iou, 丁酉). Il celebre dottore Kouen T’siel Sini, accompagnato da Tieng Yak Tsieni e da diversi nobili studiosi e amanti della scienza, si recarono ad una pagoda per dedicarsi insieme a studi approfonditi. Ni Piek, avendolo saputo, fu pieno di gioia. Fu felice di poter cosi approfittare degli insegnamenti di questi uomini di valore e decise di andare ad incontrarli senza indugio. Era l’inverno, la neve copriva tutto, strade comprese e la distanza era più di cento lys (25km), ma simili ostacoli non arrestarono questo cuore ardente ed avido di scienza e di saggezza. Decise di partire immediatamente attraverso questi sentieri aspri e difficili. Non sentiva la fatica, il calare del giorno non gli impedì di realizzare i suoi desideri, continuò il suo cammino di notte e finalmente, verso la mezzanotte, arrivò ad una pagoda. Ma grande fu la sua delusione accorgendosi che si era sbagliato di pagoda e che bisognava andare nell’altro versante della montagna! Senza scoraggiarsi,ripartì. Era una grande montagna da attraversare di notte, coperta di neve e numerose tigri ne impedivano l’accesso.
Cosa importa! Piek fece alzare tutti i bonzi e si fece accompagnare da loro. Prese un\'asta di ferro per difendersi dagli attacchi degli animali selvaggi e continuò il cammino, nelle tenebre e finalmente arrivò al posto tanto ricercato.
L’arrivo di questo strano gruppo provocò lo spavento degli abitanti di questo edificio isolato e sperduto nelle montagne. Non si poteva immaginare il motivo dell’arrivo di ospiti così numerosi a un’ora così insolita ma, essendosi chiarito tutto in breve, la gioia e la contentezza seguirono alla paura e, stringendosi calorosamente gli uni agli altri, per un incontro così fortunato, si accorsero appena che il giorno si era levato. Durante questo incontro che durò oltre dieci giorni, furono approfonditi tutti gli argomenti riguardanti il cielo, il mondo, la natura umana ecc... e furono esposti tutti i dubbi e le opinioni degli anziani. Si studiarono anche i libri di morale dei grandi uomini; in seguito furono esaminati alcuni libri di filosofia e matematica composti in cinese da Europei, e vi si prese grande cura per approndirne il contenuto».

Queste note parlano anche «di edificio isolato e sperduto», e ciò vuol dire casa non abitata e isolata. Più tardi nei poemi che Cheong Yak-Yong compose a Chon-jin-am, dice «esiste ancora un tempio Chon-jin-am, ma é difficile immaginare quello che ha potuto essere in passato!» Ugualmente nel libro di Hong Kyung-Mo(1774-1851), è scritto: «Chon-jin-am è un vecchio tempio in rovina ad Aing-ja-san, dove era stata costruita una cartiera, diretta da ‘sa-ong-won’». Verso la stessa epoca, Cheong Yak-Yong, Mons. Daveluy e Hong Kyung-Mo notarono che Chon-jin-am era un tempio non più in uso e disabitato. Al momento della riunione, Chon-jin-am era un edificio in rovina ed isolato, situato nella vallata centrale di Nord-Ovest della montagna Aing-ja-san.
Quando si legge che Yi Byok ha dovuto attraversare, con molte difficoltà, la montagna Aing-ja-san, in pieno inverno e sotto la neve, per andare a partecipare alla riunione di studio citata da Cheong Yak-Yong(1779) o da Mons. Daveluy(1777), si deduce che le riunioni avevano avuto inizio prima del cadere della neve e che probabilmente si erano prolungate a causa dell’abbondanza di questa.
Si può anche supporre che i partecipanti siano all’inizio andati a Chon-jin-am pensando che lì Kwangam Yi Byok vi risiedeva abitualmente, ma non ve lo trovarono. Una volta arrivati, decisero di fare una riunione di studio sul posto. D’altronde, Yi Byok, avendo sentito dire che Cheong Yak-Jeon e Yi Seung-Houn erano andati per l’insegnamento e lo studio da Kwon Cheol-Shin, si recò, ma invano, al Tempio Jou-eo-sa dove Kwon Cheol-Shin risiedeva abitualmente.
Da lì ripartì per andare a Chon-jin-am che si trovava sull\'altro versante di Aing-ja-san. Così, a causa del suo fervore per lo studio della Scienza del cielo e della sua fede nel cattolicesimo, Yi Byok attraversava spesso la catena di montagne Kwang-Jou in pieno inverno. Noi non possiamo che ammirarlo.


29. Yi Byok si é dedicato allo studio della Scienza del Cielo e della sua applicazione, in un luogo di ritiro sulla montagna dal 1770 al 1783

Gli scritti sulla riunione di lavoro a Chon-jin-am sono stati pubblicati non solo all’interno del paese ma anche all’estero. Furono, fra l’altro, pubblicate ne ìl da Pullo-Pinang nel 1885 e nel libro scritto e pubblicato dal professore inglese Longford nel 1911. Secondo una nota del corso di Pullo-Pinang sullo studio della Scienza del Cielo e sull’organizzazione delle riunioni di studi su Yi Byok, la ricerca sulla Scienza del Cielo durò dieci anni, dal 1770 al 1780.

«Durante quell’epoca, alcuni dottori coreani si ritirarono nella calma delle montagne per studiare la filosofia. Fra questi dottori, c’era Yi Byok chiamato Yi Deok-Jo, Kwon Cheol-Shin, i fratelli della famiglia Cheong, esattamente Cheong Yak-Jeon e Cheong Yak-Yong. Si interrogavano sui problemi della natura umana, del cielo e della terra e iniziarono ad approfondire i libri sul cristianesimo. Scoprirono che la dottrina cattolica dell ’anima, la virtu\' (...), la provvidenza di Dio erano ammirabili, e così decisero di metterla in pratica e di vivere secondo i Dieci Comandamenti di Dio, questo a partire dal 1770 circa».

Il prof.Longford ha notato che lo studio della Scienza del Cielo e la sua pratica, a Chon-jin-am, hanno durato tredici anni dal 1770 a 1783.

«Nel 1720, un inviato coreano venne da Pechino, dove aveva tanto dialogato e discusso con i missionari(…), e dove aveva acquistato libri da portare in Corea. Durante una cinquantina d’anni, gli studiosi nobili li lessero a fondo, li studiarono e li discussero. Alcuni di loro vollero vivere secondo questa dottrina. Fra essi, un giovanotto di una famiglia nobile ed illustre, che beneficiava di alte cariche da varie generazioni, Yi Byok, soprannominato ‘ muro di pietra’. Durante tredici anni, fino all’invio di Yi Seung-Houn a Pechino, Yi Byok si era dedicato profondamente allo studio del cattolicesimo e della sua pratica».

Abbiamo letto negli scritti di Mons. Daveluy e di san Maubant, che attorno Kwangam Yi Byok si era formata a Chon-jin-am una comunità di praticanti e che questa comunità inviò Yi Seung-Houn a Pechino per ricevere il battesimo.
Non fu la prima volta che fu inviato un delegato. Mons. Daveluy ha notato che Yi Byok aveva tentato per diversi anni, ma invano : «gli sforzi fatti per arrivare al suo scopo furono vani; ma questa volta con Yi Seung-Houn, vi riuscì.» Anche San Maubant ha notato : «come altro delegato, abbiamo mandato Yi Seung-Houn…». per tre volte scrive ‘ un altro ‘Questo dimostra che furono diversi a partire come delegati. Il fatto che non sia stato inviato ‘un rappresentante’, ma un ‘delegato’ prova che c’era già una comunità di fedeli cattolici che diede a questo delegato il ruolo di portavoce. Non possiamo dire altro che: «è una storia ammirabile ed unica nella storia della Chiesa».


30. Storia di Chon-jin-am, luogo di nascita della Chiesa Cattolica in Corea

Ora parleremo di Chon-jin-am dove c’era l’eremo di studiare di Yi Byok.
Durante una decina d’anni i giovani letterati vi si sono spesso riuniti per studiare e ascoltare delle conferenze.
Chon-jin-am sorgeva nel posto di un vecchio tempio chiamato Chon-jin-gak’ o ‘Chon-jin-dang’ dove nel passato era custodita un\' immagine di Dan-goun(檀君, il primo re coreano, ‘Cheon-Jin’). Vi si praticavano dei culti agli dei delle montagne(san-jé-sa, dang-san-jé, san-sin-jé), molto più tardi divenne ‘Chon-jin-am’. Verso l’anno 1779 era già stato abbandonato, in rovina, « difficile ritrovare le sue tracce così remote », disse Cheong Yak-Yong nel suo poema. Nel 1797, Hong Kyung-mo dice che «Chon-jin-am era un vecchio tempio caduto in rovina a Aing-ja-san ed in seguito vi fu costruita una fabbrica per la carta, diretta attualmente da ‘ Sa-ong-won’». Si osserva che è citato come un tempio ordinario. Mons. Daveluy ha anche detto nel 1850 : «l’edificio dove si tenevano le riunioni di studi di Yi Byok con i giovani studenti era isolato e sperduto nella montagna».
Nel 1779, quando Yi Byok aveva 25 anni, Cheong Yak-Yong 17 anni, Cheong Yak-Jong 19 anni, Cheong Yak-Jeon 21 anni, Yi Seung-Houn 23 anni, Yi Chong-Eok 15 anni e Kwon Cheol-Shin 43 anni, scelsero questo tempio abbandonato « per dedicarsi insieme a studi affrofonditi » senza essere disturbati, cosa che non si poteva fare normalmente in una sala di studio confuciano, o in un tempio ordinario, o anche in famiglia. Anzi potevano dedicarsi tranquillamente alla loro ricerca della verità, del cristianesimo e della sua pratica. Chon-jin-am, luogo di incontro fra confucianesimo, buddismo e cattolicesimo, è diventato il luogo di nascita della Chiesa Cattolica in Corea. Cheong Yak-Yong ha ripetutamente chiamato questo luogo Chon-jin’ senza mettere la finale ‘am’, che è la finale che si trova nei ‘Kong-ye-chon-jin’, ‘Chon-jin-ji-you’ o ‘Chon-jin-so-yo-jib’ ecc.
Negli scritti di Cheong Yak-Yong si trova anche la prova che Yi Byok aveva organizzato le sue attività a Chon-jin-am :

«Mentre facevamo una riunione di lavoro a Chon-jin-am, nel 1779, Yi Byok venne. Accendemmo le candele e discutemmo sul libro classico del confucianesimo ‘Kyung-seo’».

e più tardi,
«Nel 1797, venendo a Chon-jin-am il giorno di Dano con due fratelli, si vedeva ancora l’eremo di studiare di Yi Byok».

Cheong Hak-Soul disse nella < La vita di Yi Byok > :

«nel 1778-1779, un giorno Yi Byok arrivò a Kwang-jou e si rifugiò nel tempio di Won-ang-san-sa(鴛鴦山寺), cio’ è Aing-ja-san-sa(鶯子山寺) (Chon-jin-am) e vi soggiornò. Quando ebbe numerosi amici fedeli, scrisse un riassunto del cattolicesimo facendone il dettato».

Nel 1827, Cheong Yak-Yong , all\'età di 65 anni, ritornò a Chon-jin-am dove Yi Byok, formato alla conoscenza, alla virtù e allo spirito degli eroi e li insegnava. Egli ritrovò l’antico eremo di studiare, il luogo delle letture e quel che era stato l’alloggio, abbandonati ed in rovina mentre il tempio era diventato un campo incolto. Egli ne fu rattristato.
Chon-jin-am è un luogo importante, è la culla della nascita della Chiesa Cattolica in Corea dove i co-fondatori coreani della Chiesa hanno fatto spontaneamente ricerche sulla Verità e propagato la Buona Novella. Finalmente hanno costituito questa Chiesa in Corea senza l’aiuto dei missionari stranieri. La storia della Chiesa in Corea è un caso unico nella storia della Chiesa cattolica universale. Fin dall’inizio, cominciarono con una vita in comunità praticando le regole della Chiesa. Ad esempio, osservando la domenica secondo il calendario solare, introdussero per la prima volta in Corea un giorno fisso di riposo settimanale per i lavoratori – in quell’epoca in Corea si seguiva il calendario lunare –. Partendo da questo, avviarono la questione delle classi sociali e contribuirono alla parità tra uomini e donne. Tutto questo movimento ebbe come conseguenza di rendere più cosciente il popolo e favorire la modernizzazione del paese. Cominciò così a germogliare una rivoluzione sociale. Si può affermare così che Chon-jin-am sia la culla ed il santuario della cultura spirituale di tutto il popolo coreano. Attualmente, a Chon-jin-am, si sta costruendo una basilica, la cui durata dei lavori è prevista per cento anni, in uno stile che si ispira alle differenti religioni del popolo coreano come il confucianesimo, il buddismo ed il cristianesimo. Per la costruzione di questa basilica che sarà il pilastro spirituale del popolo coreano per mille anni, occorrerebbe che tutte le strutture sociali si uniscano, il governo dello Stato, compresi tutti i gruppi amministrativi regionali e le istituzioni, per collaborare a questi sacri lavori, non solo a livello amministrativo, ma anche a livello materiale e spirituale.

Papa Giovanni Paolo II ha inviato la sua benedizione pontificale il 21 settembre 1993, in occasione della posa della prima pietra della Basilica di Chon-Jin-Am :
PRIMARIO NOVAE AEDIS LAPIDI IN URBE CHON-JIN–AM
ECCLESIAE SACRO NATALI LOCO IN COREA
APOSTOLICAM IMPERTIMUS BENEDICTIONEM
GREGII ILLI CONCILIATRICEM PERENNIS DEI FAVORIS

XXI SEPT MCMXCIII
JOANNES PAULUS II


31. Non si diventa un credente cattolico tramite il battesimo, bisogna essere un credente cattolico per ricevere il battesimo

Alcuni si domandano se questi catecumeni, che non avevano ancora ricevuto il battesimo, possano essere considerati i fondatori della Chiesa. Nel Nuovo Testamento, ad esempio, quando san Paolo apostolo arrivò ad Efeso, vi erano dei discepoli, dei fedeli e dei credenti ma nessuno di loro aveva ricevuto il battesimo. Apollo, che si trovava a Efeso, da lungo tempo insegnava nella sinagoga ma non aveva mai battezzato nel nome di Gesù Cristo . San Paolo, nella sua Lettera ai Corinzi, rimprovera la divisione nella loro Chiesa e dice : «Grazie a Dio, non ho battezzato alcuno di voi, eccetto Crispo e Gaïo. Già che il Cristo non mi ha inviato per battezzare, ma per annunciare il Vangelo».
Questo non significa che il battesimo non sia importante, ma afferma che si può essere fedeli della Chiesa Cattolica per mezzo della fede in Cristo, anche prima di ricevere l’acqua del battesimo. Nel Medioevo, quando si doveva osservare rigorosamente il diritto canonico della Chiesa, era un privilegio, per un cattolico, di essere sepolto nel cimitiero della chiesa. Ma anche un catecumeno, prima di ricevere il battesimo poteva avere lo stesso privilegio del battezzato, cosa valida ancora oggi. La Chiesa ha sempre considerato, e considera ancora oggi, i catecumeni come dei battezzati, come membri della famiglia della Chiesa e alla loro morte si celebra la cerimonia funebre in chiesa.
La Chiesa non inizia con il battesimo, ma è lei che amministra il sacramento del battesimo. La fede deve precedere il battesimo. Non si diventa un credente con il battesimo, ma bisogna essere un credente per ricevere il battesimo. Di conseguenza, un non credente o un ateo o qualcuno che sarebbe contro la fede in Cristo, non chiederebbe di sicuro il battesimo ma, se lo ricevesse, il suo battesimo non sarebbe valido. E\' per questo che, appena prima di conferire il battesimo il sacerdote pone al catecumeno alcune domande sul contenuto del Credo, e questi, dopo aver confermato la sua fede, riceve il battesimo. Il Concilio Vaticano II ha riaffermato ciò come dottrina della Chiesa, dicendo che i fedeli, anche prima di ricevere il battesimo, sono tutti membri della stessa famiglia, membri della Chiesa Cattolica.
Ci sono tre tipi di battesimi nella Chiesa Cattolica. Il primo è il battesimo con l’acqua, celebrato abitualmente nelle chiese, poi il battesimo di sangue nel caso di un martire, mentre il terzo tipo è il battesimo di desiderio se non si può riceverlo altrimenti. I primi Coreani hanno tutti ricevuto uno dei tre tipi di battesimo. A proposito dei fedeli, non ancora battezzati, la Chiesa li nomina in diversi documenti come quelli del Concilio Vaticano II(Lumen Gentium, Ad Gentes), del Diritto canonico, del libro della Catechesi, ecc. Ecco qualche riferimento :

«Riguardo ai catecumeni che, sotto l’azione dello Spirito Santo, chiedono con un atto esplicito di loro volontà di divenire membri della Chiesa, il semplice fatto di desiderarlo li unisce alla Chiesa che, maternamente li accoglie nel suo grembo con amore, prendendosi cura di loro».
«Infine lo statuto giuridico dei catecumeni deve essere stabilito chiaramente nel nuovo Codice : essi sono già uniti alla Chiesa, sono già nella casa del Cristo, non è raro che vivano già una vita di Fede, di Speranza e di Carità».
«i catecumeni sono legati in maniera speciale alla Chiesa. Dunque, sotto l’azione dello Spirito Santo, chiedendo con un atto esplicito e di loro volontà di essere incorporati alla Chiesa e per questa stessa volontà, sono uniti nella vita della fede, della speranza e della carità e la Chiesa li considera già come suoi.
La Chiesa che prende una cura speciale dei catecumeni, li invita a vivere la vita evangelica, li invita a celebrare la santa liturgia e accorda loro tutti i favori dovuti ai cristiani».

Ed è in questo senso che papa Giovanni Paolo II, nella Basilica di San Pietro, nella sua omelia durante l’Eucarestia di canonizzazione dei 103 martiri coreani, nel 1984 dice :

«Questi laici, uomini e donne, considerati a giusto titolo come ‘Fondatori della Chiesa ‘ in Corea, hanno vissuto la fede durante almeno 56 anni, dal 1779 al 1835 senza l’assistenza dei sacerdoti...».

32. «I fondatori della Chiesa Cattolica in Corea sono dei laici»
- Papa Giovanni Paolo II

La domenica mattina del 14 ottobre 1984, nella Basilica di San Pietro a Roma, Giovanni Paolo II celebrò l’Eucarestia con il cardinale Kim Sou-Hwan in memoria dei 103 martiri coreani recentemente canonizzati. Alla numerosa assistenza di vescovi coreani, cardinali, arcivescovi, vescovi, preti, provenienti da tutte le parti del globo, il papa ha pronunciato la seguente omelia :

«Siamo riuniti oggi intorno all’altare di San Pietro, simbolo della confessione di fede, per celebrare insieme l’Eucaristia in omaggio alla fede e alla devozione dei martiri coreani canonizzati il maggio scorso a Seoul.
Ora desidero salutare i fedeli coreani nella loro lingua materna.
Con questa grande celebrazione, testimoniamo l’unità e l’universalità della Chiesa, ma anche desideriamo imprimere nella nostra realtà il messaggio che questi martiri rivolgono al mondo e alla Chiesa di oggi, cioé il significato della loro ‘testimonianza’ con il martirio. Vi chiedo sinceramente di seguire il loro modello vivendo cristianamente nel nostro mondo di oggi».

«Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio»(Mt. 22,2).
E\' a queste nozze speciali che il Padre Eterno invita tutti i popoli e tutte le nazioni della terra. Da due secoli, anche il popolo coreano vi è stato invitato. Nel maggio scorso ho avuto la gioia di celebrare in Corea il secondo centenario di questa cristianità.
Il popolo coreano ha risposto all’invito del festino mistico del Padre Celeste vivendo nel proprio cuore una disponibilità straordinaria e un impegno edificante che sono all’origine di un meraviglioso fiorire della comunità ecclesiale di oggi.
In Corea la fede fu recata - caso unico nella storia - spontaneamente dai Coreani stessi. Il cammino dei Coreani verso la fede infatti è cominciato grazie all\'iniziativa autoctona di alcuni laici. Tale cammino ci fa comprendere di quanta importanza, ai fini della salvezza eterna, sia rivestita l\'aspirazione naturale della ragione umana alla verità. Fu infatti, come sappiamo, una leale ricerca della verità a spingere quei laici - era un gruppo di letterati e «filosofi»- a prendere contatti, non senza gravi rischi, con Pechino, laddove avevano sentito parlare della presenza di uomini, alcuni dei quali cattolici, che avrebbero potuto illuminarli sulla nuova fede da essi conosciuta mediante i nuovi libri. Questi laici, uomini e donne, giustamente considerati i \"Fondatori della Chiesa\" in Corea, per ben 56 anni, dal 1779 al 1835, senza l\'aiuto di sacerdoti - tranne la presenza assai breve di due sacerdoti cinesi - hanno diffuso il Vangelo nella loro Patria fino all\'arrivo dei Missionari Francesi nel 1836, ed hanno offerto e sacrificato la vita per la loro fede in Cristo».

Questa affermazione espressa da papa Giovanni Paolo II sulla fondazione della Chiesa in Corea viene descritta in modo analogo anche da altri papi già da 150 anni circa. Ad esempio, nel 1831 papa Gregorio XVI nel suo messaggio pontificale sulla fondazione della Chiesa, parlava dell’iniziativa sublime dei fedeli coreani dicendo «secondo la domanda dei fedeli coreani...» ; nel 1925, fu papa Pio XI alla cerimonia di beatificazione dei 79 martiri coreani ; nel 1968, fu papa Paolo VI nella sua omelia per la beatificazione dei 24 martiri coreani. Il papa Giovanni Paolo II ha detto la stessa cosa alla cerimonia della canonizzazione dei 103 martiri coreani a Seoul, e durante la sua omelia nella celebrazione dell\' Eucarestia in memoria dei 103 martiri coreani nella Basilica di San Pietro a Roma.
Resta pure vero che tanti non conoscono ancora bene il processo della fondazione della Chiesa. Persino alcuni sacerdoti lo conoscono solo superficialmente. A partire dal 1953, il prof. Hong I-Seop trattò questo soggetto diverse volte nella sua tesi su «Il posto di Yi Byok nella Storia Moderna della Filosofia Coreana » nella rivista e nella del 1976. Purtroppo, dopo quella tesi, non si trova più questo tipo di ricerca per mancanza di nuove scoperte. In ogni caso, come è emerso dai documenti storici della Chiesa, la posizione di Yi Byok nella Chiesa di Corea è chiara sin dagli inizi della storia della Chiesa.


33. Il Giappone è stato evangelizzato da Francesco Xaverio, la Cina da Matteo Ricci

E’ osservando la storia della fondazione della Chiesa Cattolica negli altri paesi dell’Asia che si può capire meglio la caratteristica della storia della Chiesa in Corea. Ad esempio: la Chiesa in Giappone ebbe inizio nel 1549 con l’arrivo del missionario spagnolo Francesco Saverio(1506-1552) a Kakoshima ; la Chiesa in Cina nel 1292 con l’arrivo dell\' italiano Montecorbino. Più tardi, nel 1582, il missionario italiano Matteo Ricci fece molto per la sua evangelizzazione.
Anche la Chiesa di Roma ebbe inizio con San Paolo, missionario ebreo e discepolo di Gesù.
Tutte le Chiese del mondo hanno avuto inizio grazie all’opera di missionari venuti da altri paesi, ma la Chiesa in Corea è la sola ad essere stata fondata da giovani coreani, riunitisi a Chon-jin-am durante una decina di anni a partire dal 1770 per la ricerca della Verità e lo studio del cattolicesimo. In seguito, questi giovani hanno formato una comunità per praticare la loro fede.
Il popolo d’Israele, un popolo nomade del Medio Oriente, è un popolo che “ricevette” la Rivelazione di Dio, sarebbe stato impossibile infatti, non sentire la voce di Dio che chiamava «Samuele! Samuele!». Sarebbe stato impossibile non comprendere la situazione che San Giovanni descrisse nell’Apocalisse, come la scena del Giudizio Universale. La Nascita del Figlio di Dio è la Rivelazione che il popolo d’Israele ha ricevuto. Diversi popoli dell’Impero Romano \"udirono\" la Rivelazione di Dio per mezzo dell’evangelizzazione degli apostoli d’Israele come San Pietro, San Paolo ed altri.
Ma il nostro popolo coreano Bae-dal, in cammino verso la luce, verso il Levante, ha sempre venerato il Cielo e ricercato spontaneamente la Verità. Ed è così che è sempre stato “un popolo alla ricerca” della Rivelazione, della Verità(…).



Capitolo VI
La Chiesa cattolica, fondata a Chon-jin-am,
si è stabilita a Seoul


34. La Chiesa cattolica si è estesa fino a Séoul, Sou-pyo-dong e
Myung-rye-bang, a Ma-hyun e a Yang-keun

I giovani letterati coreani fondarono la Chiesa cattolica a Chon-jin-am con Yi Byok nella primavera del 1784 ed inviarono Yi Seung-Houn a Pechino come delegato della loro comunità per ricevere il battesimo. Dopo il ritorno di Yi Seung-Houn, a partire dall’estate del 1784, questa comunità si spostò da Chon-jin-am a Sou-pyo-dong, di Seoul, presso Yi Byok. Ed è appunto la casa di Yi Byok a Sou-pyo-kyo, quella di cui si parla nei documenti di (推案及鞫案) o di(闢衛編). E’ di questo periodo che i grandi sapienti Yi Ka-Hwan e Yi Ki-Yang aprirono un grande dibattito pubblico sul cattolicesimo e il confucianesimo. Sono dell\' avviso che questo dibattito ha avuto luogo nella casa di Yi Byok.
Yi Byok era di famiglia nobile, la famiglia degli Yi di Kyung-jou. Secondo la tradizione in quel tempo, i nobili potevano frequentarsi liberamente tra di loro, cosa che non era possibile per la gente comune, di classe inferiore.
Di fatto, numerosi problemi pratici si presentavano per realizzare l’unità e mantenere la concordia tra i fedeli di classi differenti. In effetti, nella casa di Yi Byok vi erano due gruppi di fedeli che si riunivano separatamente per pregare, senza potersi riunire insieme. Per esempio, i letterati nobili si riunivano nella grande sala degli ospiti all’interno, dove recitavano le loro preghiere con l’aiuto di libri in cinese, mentre in una sala esterna si riunivano i domestici e le inservienti, la gente comune, che pregavano con dei libri in coreano - siamo nell\' epoca dell’influenza della cultura cinese ! La gente colta doveva saper leggere la lingua cinese-.
Infine, dovettero ancora spostarsi a Myung-rye-bang, dove si trova attualmente la cattedrale di Myung-dong. Fu un’iniziativa di Yi Byok, il quale era contro la discriminazione tra le persone e la differenza tra uomini e donne, tra nobili e gente comune, come notò Cheong Yak-Yong nel suo poema : «Non vede le cose con parzialità, guarda attorno a lui con simpatia e benevolenza» ed infine «era dotato di sapere e di virtù, pieno di vigore e di valore».
Infine trovarono un nuovo locale presso Kim Beom-Ou(1751-1787), interprete professionale del ceto medio, che abitava appunto a Myung-rey-bang, nella parte bassa della piazza dell’attuale cattedrale. Era un interprete ufficiale, con diploma di Stato. Di norma, in quei tempi, gli interpreti erano in buoni rapporti con i commercianti che vendevano medicine provenienti dalla Cina e con dei medici cinesi, a causa delle traduzioni in cinese. A volte, vi erano anche interpreti che aprivano scuole di lingua cinese per i Coreani e, nello stesso tempo, gestivano una piccola bottega di medicine cinesi nelle quali lavorava anche un medico della medicina cinese.
L’interprete Kim Beom-Ou era anche chiamato Kim Cheong-Ji. Suo padre Kim Eui-Seo, era abbastanza ricco per prendersi anche la responsabilità per la publicazione della loro genealogia. Kim Beom-Ou aveva altri 7 fratelli: Kim I-Ou, Kim Hyung-Ou, Kim kwan-Ou, Kim Jeok-Ou, Kim Seong-Ou e Kim Keun-Ou, ecc.
Così da Kim Beom-Ou, grazie all’iniziativa di Yi Byok, la Chiesa Cattolica, si estese a tutti i fedeli, senza distinzione di classe né di età. Fu un evento che sconvolse, in un certo senso, gli usi e i costumi tradizionali, che lanciò una nuova corrente, impossible da concepire per l’insieme del paese. Agli occhi della corte reale e dei confuciani, questo gruppo cattolico stava provocando una rivoluzione sociale, modificando completamente le norme della società tradizionale del paese.



Capitolo VII
Prima persecuzione nel 1785 e i poemi dei martiri


35. Prima persecuzione nel 1785: martirio di Yi Byok ed esilio di Kim Beom-Ou

Nella primavera dell’anno Eul-sa 1785, la Chiesa di Corea subisce la prima persecuzione. Era da prevedere, soprattutto quando Cheong Yak-Yong, amico del re Cheong-Jo, e cristiano attivo, cambiò casa per abitare più vicino alla casa di Kim Beom-Ou a Myung-rye-bang(…) Quelli che erano gelosi e invidiosi di lui trovarono in ciò un buon pretesto per iniziare le ostilità.
La comunità fu dispersa brutalmente dalla polizia di Chou-Jo inviata dal giudice Kim Hwa-Jin. I fedeli furono rinviati alle loro case, quelli che erano di famiglia nobile come Kwon Il-Shin, suo figlio Kwon Sang-Moun, Cheong Yak-Jeon, i suoi fratelli Cheong Yak-Jong, Cheong Yak-Yong, e Yi Seung-Houn, mentre Kim Beom-Ou, come tutti quelli che appartenevano al ceto medio, furono arrestati ed esiliati dopo essere stati brutalmente torturati. Kwon Il-Shin, venuto a conoscenza dei fatti, si presentò spontaneamente davanti al giudice e disse in tono fermo : «Anche noi nobili, abbiamo praticato insieme a loro questa religione. Se volete punire Kim Beom-Ou, dovete punire anche noi insieme a lui». Ma il giudice diede l’ordine alla polizia di portarlo di forza a casa e di dare solo tante bastonate solo a Kim Beom-Ou al posto di nobili catechisti.
Si può supporre che questo arresto sia stato provocato dalla questione delle classi sociali. Kim Beom-Ou, appartenente al ceto medio, non poteva diventare nobile pur diventando cattolico o ricevendo con grande benevolenza i nobili in casa sua. Di fatto, in questa vicenda, Kim Beom-Ou fu punito ricevendo numerose bastonate e inviato poi in esilio nel Sud, a Mil-yang. Per arrivare in quella lontana regione dovette fare un lungo viaggio di 400 Km, a piedi con numerose ferite nel corpo che diventavano via via più dolorose. La vita in esilio fu talmente dura che la sua morte sopravvenne già il 14 settembre (16 luglio nel calendario lunare) del 1787.
Durante il suo esilio i suoi figli In-Gho, In-Rho e In-Shi vissero per un breve periodo vicino alla sua abitazione. Sua figlia era sposata con Cheong Shin-Kouk, figlio di Cheong-Hye-Jwa, abitava non lontano, nel villaggio di Ha-dong, vicino a Sam-rang-jin.
Durante questa persecuzione(1785), nella famiglia dei Kwon de An-dong vi era un notabile di grande sapienza, Kwon Cheol-Shin, di 49 anni e suo fratello Kwon Il-Shin, anche lui celebre per la sua sapienza. Gli altri fratelli, Kwon Jé-Shin, Kwon Deuk-Shin e Kwon Ik-Shin, erano molto rinomati e funzionari di alto livello, e così nessuno osò perseguitare i membri della loro famiglia.
Nella famiglia dei Cheong di Na-jou, Cheong Yak-Yong, vi era un grande genio che superava brillantemente i diversi esami ed anche lui funzionario di alto livello. Per questo motivo, il re Cheong-Jo l’ammirava molto e lo invitava sovente ai grandi banchetti. Anche suo padre, Cheong Jae-Won, era un funzionario con la carica di sindaco, fu per questo motivo che nessun membro della sua famiglia ebbe perseguitato Cheong Yak-Yong in un maniera disumana. Solo qualche membro della sua famiglia espresse il proprio disaccordo.


36. «Come un mozzo di candela che si brucia la carne e le ossa per dare la luce e per offrirsi in sacrificio a Dio» - Yi Seung-Houn.

Nella famiglia Yi di Pyung-chang, Yi Seung-Houn beneficiava del potere. Suo padre Yi Dong-Ouk era un legato, primo secretario dell’Ambasciata in Cina, Ministro della Giustizia e più tardi sindaco di Eui-jou presso la frontiera con la Cina.
Yi Seung-Houn, a 29 anni di età, era ‘jin-sa’ di Sung-kyun-kwan, candidato ammesso al concorso degli alti funzionari, poi prefetto di Pyung-taik. Godeva già di una buona posizione fra le personalità importanti. Così quasi nessuno nella sua famiglia poteva accusarlo. Pertanto la sua attività religiosa poteva recare danno a suo padre, e questi prese tutti i suoi libri e i suoi oggetti religiosi e li bruciò nel cortile di casa. Yi Seung-Houn non poteva contrastare suo padre. Fu in quel periodo che compose un poema in caratteri cinesi, di profondo significato, quasi sacro, se lo si comprende bene.

天彛地紀限西東暮壑虹橋唵靄中
一炷心香書共火遙瞻潮廟祭文公

Il principio del cielo e la disciplina della terra,
sono dfferenti in Occidente ed in Oriente,
Il baratro nero sta oscurando il ponte dell’ arcobaleno,
Uno stoppino dentro al cuore è stato bruciato con tutti i libri,
Ed ora faccio una offerta in omaggio a Moun-Kong de Cho-jou.

Innanzitutto questo poema è difficile da tradurre perchè pieno di significati e di allusioni profonde. Cercherò di capirlo e spiegarlo.
Per la comprensione del legame tra il principio del cielo dell’Occidente e la disciplina della terra dell’Oriente, c’è difficoltà, considerando la loro grande differenza ed il loro limite.
In altre parole, il principio del cielo(cattolicesimo) e la disciplina della terra(confucianesimo) sono differenti nella cultura e nella civilizzazione.Il ‘baratro nero’ significa il mondo presente e ‘il ponte di arcobaleno‘significa il cattolicesimo che non si può vedere a causa della nebbia.
Egli conservava un cuore fedele alla sua fede, ma quando il padre bruciò tutti libri e gli oggetti cattolici, anche il suo cuore bruciò. Per altro egli aveva nella sua vita un grande rispetto verso l’eroe Moun-Kong(Teui-Ji, Han-You, 768-824) che viveva solo a Jo-jou in Cina dopo avere perduto i suoi genitori. Secondo lui, Moun-Kong aveva trascorso tutta la sua vita a farsi capire, ma invano. Per questo motivo, ed in una situazione analoga, con questo poema volle rendergli omaggio, dato che lo considerava come suo predecessore.
Normalmente ci fu un solo stoppino per accendere una candela.
è un’espressione simbolica della sua fede unica e fedele. Vuol dire: Come sarebbe possibile avere due stoppini in una candela ? La mia fede non può essere divisa in due fra confucianesimo e il cattolicesimo.
Non si potrebbe esprimere la sua fede nel cattolicesimo più chiaramente che in questo modo. Se avesse apostatato la sua fede, si sarebbe espresso diversamente, ad esempio con parole di pentimento o semplicemente dicendo che era stato ingannato dal cattolicesimo o anche che aveva intrapreso un cammino sbagliato....
E’ da notare che in quell’epoca la Cina era considerata un paese importante e lui ha senz’altro composto questo poema pensando alla cattedrale di Pechino dove fu battezzato: il luogo dove è venerato Moun-Kong Han-You, il suo eroe. Perché Yi Seung-Houn venerava Han-You? Ci potrebbero essere diverse ragioni, ma si può facilmente immaginare che questo personaggio Han-You, era uno degli otto grandi scrittori, tra i più anziani del paese di Dang e Song. Era considerato come un fondatore della scrittura moderna in Cina. Si trova inoltre, in un suo manoscritto postumo, uno scritto influenzato dallo stile letterario di Han-You, stile mal compreso e controverso in quell’epoca. E’ dunque chiaro che abbia pensato alla cattedrale di Pechino scrivendo il suo omaggio a Han-You. Un altro testo parla dello stile letterario di Yi Seung-Houn(Mancheon, suo soprannome).

«Fra le opere di Mancheon, ce n’erano diverse di Ryeo-moun(stile letterario tipico di Han-You, ancora in voga in quel tempo), ma purtroppo tutto fu bruciato e credetti che sarebbe stato difficile trovarne un esemplare. Con mia grande sorpresa, ne ho trovato qualcuno insieme ad alcune poesie che ho copiato e rilegato con il titolo. Quando viene il vento dall’Est, la terra comincia il suo disgelo, ed in primavera i germogli cominciano a crescere anche sui vecchi alberi. Non é forse una provvidenza del Signore che è nel Cielo?»

Quando egli dice che «tutto fu bruciato» certamente intendeva che, durante la persecuzione del 1785, il padre di Yi Seung-Houn aveva bruciato tutti i suoi libri nel cortile, spinto dalla pressione di tutta la famiglia.
Si suppone che ci fossero tante altre opere letterarie relative al cristianesimo e, riguardo a questo soggetto, lo stesso Yi Seung-Houn ne parlò due volte, nel 1791 e nel 1801.

«Mio padre prese tutti questi libri e li bruciò nel 1785 davanti a tutti i membri della famiglia»

Intendeva dire che lui stesso era vicino di Han-You. Voglio riprendere il testo di Yi Seung-Houn e cercare di tradurlo in coreano corrente.

«Il principio immutabile del cielo e la disciplina della vita della terra sono limitati e differenti in Occidente ed in Oriente.
Il ponte formato dal bell\' arcobaleno che si è formato dopo il tramonto, sul baratro nero, sta oscurandosi sotto la nebbia che l’assorbe.
Con il mio solo cuore, unicamente, offrivo questo ardore(incenso) com’é possibile non essere bruciato con tutti questi libri ed essere in pace ?
Ed ora non posso fare niente, guardo il monumento di Cho-jou e faccio un omaggio alla memoria di Han-You, che, come me, fu un pioniere».

Nell’ordine abituale della nostra lingua, Oriente si scrive prima di Occidente. Ma lui ha scritto Occidente prima di Oriente, e ciò significa che dava la priorità al cattolicesimo. La sua espressione «il cattolicesimo dell’Occidente ed il confucianesimo dell’Oriente sono differenti» si ritrova ugualmente negli scritti del grande sapiente Kwon Il-Shin, martirizzato durante la persecuzione del 1791.


37. Martirio di Kwon Il-Shin e di Kwon Cheol-Shin

«Il cattolicesimo è differente dall’insegnamento di Confucio e Mincio…» - Kwon Il-Shin
«I peccatori che furono uccisi percuotendosi sono Yi Ka-Hwan, Kwon Cheol-Shin e Kang Yi-Cheon» - Kwon Cheol-Shin

Negli scritti del grande sapiente Nokam Kwon Il-Shin, si trovano alcune frasi cinesi ‘其學大抵異於孔孟之學’ che affermano la differenza tra il cattolicesimo e il confucianesimo. Peraltro, le quattro parole cinesi che seguono ‘妖誕不正’(bizzarro e disonesto) devono essere state dette dai persecutori, non potendo essere state pronunciate da Kwon Il-Shin né da Yi Seung-Houn. Se fossero stati loro a pronunciarle, la prima avrebbe avuto normalmente un significato molto più forte. La famiglia dei Kwon Il-Shin, aggiungendo queste parole nel rapporto, ha completamente cambiato il senso del testo per indicare così che avrebbero apostatato. Non si tratta qui di una semplice aggiunta di una parola o no, ma di verificare se avessero apostatato o se furono martirizzati e uccisi. Si tratta di una controversia d’ importanza capitale ed essenziale(…).
Questo argomento richiede di essere analizzato più profondamente. Già se ne trovano degli elementi negli ultimi poemi scritti prima e dopo le persecuzioni del 1785 e del 1791. Gli eruditi, compresi Yi Seung-Houn e Kwon Il-Shin, hanno cercato di dichiarare con tutta la loro forza morale, che non si deve condannare il cattolicesimo rispetto al confucianesimo essendo le due scienze del tutto differenti. Esaminandola altrimenti, la frase cinese ‘其學大抵異孟之學妖誕不正’ potrebbe essere compresa così :
«La scienza del cielo è completamente differente dalla scienza di Confucio e di Mincio, bizzarra e disonesta» oppure «la scienza del cielo bizzarra e disonesta è totalmente differente dalla scienza di Confucio e di Mincio». Infine, in questa frase, la sua famiglia fece aggiungere ancora una parola ‘於’ (其學大抵異於孟之學妖誕不正) per dire che essi hanno confessato che «la scienza del cielo” bizzara e disonesta” è del tutto differente dalla scienza di Confucio e di Mincio», Così la famiglia ha potuto risparmiare loro la pena di morte e l’invio in esilio.
Concludendo, è vero che hanno detto che il cattolicesimo e l’insegnamento di Confucio e di Mincio sono completamente differenti, ma è chiaro che la frase ‘bizzara e disonesta’ è stata aggiunta dagli inquisitori o dagli amici «come quando si viaggia in treno, ma all’improvviso si cambia strada e si continua il percorso a cavallo».

Nel libro genealogico della famiglia Kwon, pubblicato nell’anno Jeong-myo, 1807, è annotato il fatto che Kwon Il-Shin e Kwon Cheol-Shin furono ambedue martirizzati per la fede cattolica con violenti colpi di bastone. Kwon Il-Shin fu arrestato alla fine dell’anno 1791, bastonato violentemente e inviato in esilio. Però, nella prima notte del suo viaggio per l’esilio, fu martirizzato per la fede con le bastonate da un sicario che lo perseguitò(權日身以邪學杖斃). Kwon Cheol-Shin fu arrestato all’inizio del 1801 e martirizzato per la fede, con numerose bastonate violente, in prigione (權哲身辛酉以邪學杖斃) – 1807年 丁卯年, 安東權氏派譜, 陽村文忠公派, 木版本에 宗親會 發行.


38. Martirio di Yi Seung-Houn e di Cheong Yak-Jong

Al momento della persecuzione Shin-you 1801, esattamente prima della sua decapitazione, Yi Seung-Houn compose un poema che la sua famiglia conservò. In esso viene espressa una fede ferma verso il cattolicesimo.

月落在天水上池盡
«La luna cade dal cielo, ed è ancora nel cielo
L’acqua si innalza, lo stagno si inaridisce»
(Ultimo poema di Yi Seung-Houn)

Quando era già sul luogo dell’esecuzione, vicino alla porta occidentale di Seoul, suo fratello Yi Chi-Houn in un estremo tentativo di salvarlo andò a supplicarlo. Prendendolo per la manica gli disse : «Fratello mio, se tu dicessi appena una parola di rinnegamento, il re ti salverebbe la vita». Ma, allontanandolo con fermezza, Yi Seung-Houn gli rispose : «Ma cosa dici! La luna cade dal cielo, essa è nel cielo. L’acqua si innalza, lo stagno si inaridisce». Poi venne giustiziato.
La copia di questo poema è stata offerta dal nipote della sesta generazione il signor Yi Byung-Kyu, al sacerdote Jou Jai-Yong e al sacerdote Oh Ki-Seon, al storico Ryou Hong-Ryul e a me stesso. Ho incontrato diverse volte il signor Yi Byung-Kyu a proposito del trasferimento della tomba di Yi Seung-Houn. Ho potuto verificare che non era un intellettuale, nè di un sufficiente livello di conoscenza del cinese per potere scrivere lui stesso questo tipo di poemi.
Ci sarebbe comunque una possibilità di ricomporre queste parole cinesi in altro modo. Ad esempio, cambiando una parola della seconda frase affinché sia dello stesso stile della prima : ‘月落在天水上在池’, «La luna cade dal cielo, essa è nel cielo. L’acqua s’innalza, essa è nello stagno.» Ma poichè YI Byung-Kyou ci ha spiegato che quella frase vuol dire «L’acqua si innalza, lo stagno si inaridisce e si dissecca», noi non possiamo che rispettare la tradizione della famiglia : «Se la luna cade, essa resta ancora nel cielo. Ma se l’acqua si innalza, lo stango si disseccherà».
Non è facile comprendere il senso esatto di “l’acqua si innalza.” Si potrebbe forse interpretare come “l’acqua risale o si vaporizza?” O forse ancora come “le sorgenti sgorgano? In ogni caso possiamo concludere che queste espressioni sono tutte sinonimi.
Infatti è esatto anche interpretare la frase «La luna cade, essa resta ancora nel cielo» come segue: Anche se la sua testa viene recisa, la sua fede cattolica resterà sempre in Dio; la frase «L’acqua si innalza, lo stagno si inaridisce» significa che : i potenti che gioiscono del loro potere e brandiscono la loro spada perseguitano, attualmente, come l’acqua dello stagno che si innalza, ricadrà nello stagno o si vaporizza o risale verso l’alto ma infine «lo stagno si disseccherà» : la forza dei persecutori con la loro spada ricadrà per terra.
La luna significa la sua fede e l’acqua significa la spada dei persecutori ; il cielo significa il paradiso e lo stagno significa l’insieme delle forze del mondo, dove si raccoglie l’acqua. Se fosse stato un intellettuale che rinnegava la sua fede, avrebbe dovuto dire nel suo poema che la sua vita di credente era stata uno sbaglio o di aver commesso un errore prendendo una strada sbagliata. Questo non è un poema di qualcuno che supplica per avere salva la vita rinnegando la propria fede, ma quella di un uomo coraggioso, che testimonia fermamente la sua fede, un vero cristiano. Questo poema è il più prezioso dei poemi del martire Yi Seung-Houn.
Leggiamo ora il processo verbale dei persecutori durante gli interrogatori dei principali martiri della Chiesa Cattolica in Corea all’epoca della persecuzione del 1801 :


Le note di questa sentenza finiscono così: .

Il documento (邪學懲義) è un insieme di note sulla persecuzione di Shin-you del 1801, redatte dai confuciani principali protagonisti della persecuzione, specialmente Yi Ki-Kyung. Sono state pubblicate per dimostrare che era giusto punire il cattolicesimo, religione viziosa. Queste note dimostrano bene quel che è avvenuto al momento della persecuzione: i fedeli cattolici furono arrestati, torturati ed infine quelli che avevano apostatato furono scarcerati. I personaggi importanti vennero esiliati, così come quelli che avevano apostatato. A riguardo di quelli che resistettero fino alla fine senza apostatare, anzi proclamando la loro fede, sappiamo con certezza che vennero decapitati. Il fatto che questo documento sia stato redatto dai persecutori dimostra la sua autenticità.


39. Martirio di Kwangam Yi Byok

«Come la luna rotonda sale al disopra della via lattea,
vestitomi di seta, vado al paese del cielo»- Ultimo poema di Yi Byok

Yi Byok fu martirizzato durante la prima persecuzione in cui il cattolicesimo fu considerato come contro la società della sua epoca. Le sue sofferenze gli vennero inflitte, tra l’altro, dalla sua famiglia e più particolarmente da suo padre per motivi spirituali e morali. All\'epoca della persecuzione Eul-sa del 1785, la persona più perseguitata fu Yi Byok, fondatore della Chiesa in Corea. La sua era una famiglia di funzionari militari. I suoi due fratelli, uno più anziano e l’altro più giovane, erano semplici soldati che non avevano ancora raggiunto posizioni importanti. Suo padre aveva un carattere vivo e collerico. Mons. Daveluy ci ha lasciato una nota su di lui nel documento :

«Il padre di Ni Piek, uomo vivace e collerico, non aveva mai voluto conoscere la Religione. Fece degli sforzi enormi per sradicare dal cuore del figlio i sentimenti religiosi che vedeva profondamente radicati in lui. Non riuscendo a convincerlo, giunse fino a mettersi una corda al collo per darsi la morte. Ni Piek non poteva rimanere insensibile a tali scene, che diventavano sempre più insopportabili, ma non volle arrendersi. Un cristiano, indegno di questo nome, venne da lui per cercare di farlo cedere. Impiegò tutti i mezzi e gli inganni possibili ed inimmaginabili affinché rinunciasse alla sua fede. Piek, stanco, e stordito da tanti tormenti, non apostastò apertamente, ma usò parole ambigue per allontanare tutte le difficoltà che doveva affrontare... Da una parte, vedeva il suo Dio, dall’altra, suo padre. Come non rinnegare il suo Dio? Come non far morire suo padre? Questi continui assalti interiori lo gettarono in uno stato che neanche la sua penna può descrivere... silenzioso, malinconico. Giorno e notte, i suoi pianti e gemiti non si arrestavano mai. Non cambiava più i suoi vestiti ed il sonno fuggiva lontano dalle sue palpebre. Mangiava ancora qualche volta, ma avendo perso ogni appetito, lo faceva senza gusto e senza vantaggio fisico... Ma non ebbe il tempo di agire perché nella primavera dell’anno 1786(l’anno Byong-oh) fu colpito dalla peste(la malattia“Io-ping(疫病)” dei Cinesi). Dopo otto o nove giorni, quando cominciò a trasudare, quelli che lo curavano lo avvolsero in diverse coperte. Ma malgrado tutte le cure e gli sforzi che gli furono dedicati finì per soffocare sotto quei pesanti vestiti(...), morendone all’età di 33 anni...»

In ogni caso ci sono delle rettifiche da apportare a queste note. L’anno nel quale fu martirizzato Yi Byok non fu il 1786, ma il 1785. Documenti come la nota di ‘‘morì nell’ anno ‘Eul-sa’’, un vecchio albero genealogico della famiglia degli Yi, l’inno funebre di Cheong Yak-Yong ai funerali di Yi Byok, tutti questi documenti portavano la data dell’anno Eul-sa, vale a dire, il 1785. In più, non vi fu la peste nel 1786, di conseguenza, c’è senz’altro un errore. Fu condannato a morire di fame, rinchiuso nella sua casa per dieci giorni, costretto a digiuno completo, e morì di fame a 32 anni, assorto nella meditazione e nella preghiera davanti al suo ultimo poema appeso al muro.
Kwang Am Yi Byok, il fondatore principale della Chiesa cattolica in Corea ha fondato la Chiesa senza né preti né religiosi. Durante la prima persecuzione cominciata all’inizio della primavera nel 1785, gli studiosi confucianestici hanno attacato mentalemente soprattutto Yi Byok, anche l’assemblea della famiglia Yi ha tentato di fargli apostatare per circa tre mesi. Yi Byok, però, non si è messo à tutte queste minacce ed à qualsiasi tentazione ad apostasìa. Alla fine la sua famiglia l’ha incarcerato nella casa di suo padre, avendo paura che se Yi Byok, il leader più importante della Chiesa, propagasse la relgione continuamente fuori della casa, la sua famiglia si robinerebbe totalmente.
Intanto, all’epoca, l’obbedire ai genitori era la virtù principale e importante. Quando un figlio o una figlia non obbedì e provocò un rischio di nuocere a tutta la famiglia, un padre poteva fare i figli inobbedienti morirsi. Ne esisteva un esempio: il principe ereditario Sa-Do(1735~1762) era morto di fame da suo padre come una punizione, il re Young-Jo(1694~1776) che l’aveva rinchiuso in una cassa di legno per dieci giorni senza cibo.
I genitori, però, non potevano far morire i figli in modo crudele usando spada o strangolandoli, perchè sembrava troppo inumano. Per questo anche padre di Yi Byok, Yi Boo Man, prima l’ha incarcerato e poi, l’ha condannato alla morte d fame per dieci giorni. Lui, tuttavia, non ha potuto togliere la sua vita con questo modo, per altro, tutti, suo padre e tutta la famgilia si erano già esauriti. Alla fine loro volevano finire tutta questa tragedia al più presto, e suo padre ha deciso di farlo morire con veleno. Dopo che gli ha dato veleno, loro l’hanno avvolto con la coperte pesante ed l’hanno soffocato.
In questo modo, Yi Byok, il fondatore della Chiesa cattolica in Corea, è stato martirizzato nella famiglia, à 32 anni, il 14 giugno 1785. Oggi, la maggioranza degli intelligenti coreani, specialmente, degli periti storici e dogmatici, riconosce il suo martirio eroico e la sua vita della fede e lo onora.68 Di fatti, la sua morte è un martirio nel doppio senso: in quanto è morto per la fede cattolica rifiutando l’apostasia, lui è il martire davanti a Dio, allo stesso tempo, in quanto è morto per l’obbedienza a suo padre, lui ha perfezionato la pietà filiale verso suo padre. Lui è il martire per questa virtù morale sia dal punto di vista del quarto comandamento di Dio, che dal punto di vista della disciplina morale di quell’epoca, vale a dire, la disciplina sull’atteggiamento verso i genitori.
Lo verifica il fatto che molti pelegrinanti visitino continuamente la sua tomba che si trova a Chon Jin Am, il luogo natale della Chiesa Cattolica in Corea. In questo santuario, ogni anno il 24 giugno, si tiene la più grande celebrazione commemorativa per Yi Byok il fondatore prinpale con i suoi quattro amici co-fondatori della Chiesa Cattolica in Corea: il 24 giugno 2008, c’era trentesimo concelebrazione.


40. L’ultimo poema di Yi Byok composto poco prima della sua morte

巫峽中峰之勢死入重泉, 銀河列宿之月現錦還天國
«Mi sento come se io fossi in piedi su un picco in mezzo ai picchi della vallata di Mou-hyub
Ed ora è la morte, bisogna inoltrarsi nel cammino dell’altro mondo
Mi vesto con i vestiti belli di seta e
Come la luna rotonda salgo al di sopra della via latte,
Me ne vado al paese del cielo»

Questo poema presentato nel libro scritto da Cheong Hak-Soul, è stato composto in cinese dallo stesso Yi Byok appena prima della sua morte. In pratica, suo padre e tutta la sua famiglia l’avevano rinchiuso in una stanza senza dargli alcun alimento finché morì di fame. L’originale di questo poema in cinese ancora non è stato scoperto e quello che noi possediamo attualmente è una testimonianza verbale in coreano antico. E\' difficile capire e cogliere il significato profondo di questo poema in cinese, anche per noi, decifrarlo, resta un\' impresa difficile. Abbiamo cercato di ricostituire questo poema in cinese, alla luce delle ricerche effettuate sul contesto storico, le persone ed i luoghi. Abbiamo tenuto conto della particolarità del suo caso, delle diverse situazioni possibili prima e dopo, ecc. Ecco il poema scritto in vecchio coreano alla fine del libro .
Cercherò di decifrare questo testo nella più chiara maniera possibile in lingua moderna :

«L’anno di Byung-O, il maestro Yi Byok non uscì più. Scrisse una nota sulla sua esperienza intima con Dio (天主密驗記) e la fece vedere a suo padre. Ma questi, furioso, gridò le parole che non avrebbe dovuto pronunciare: «Tu non sei più mio figlio!». Il maestro Yi Byok prese un pennello e scrisse un testo, a grandi caratteri cinesi, sul muro :

<巫峽中峰之勢死入重泉, 銀河列宿之月現錦還天國>
«Mi sento come se io fossi in piedi su un picco in mezzo ai picchi della vallata di Mou-hyub
Ed ora è la morte, bisogna mettersi in cammino verso l’altro mondo.
Mi vesto con i vestiti belli di seta e
Come la luna rotonda sale al di sopra della via lattea
Me ne vado al paese del cielo»

Poi, si ritirò e non si seppe più dove egli fosse. Più tardi, si sentì dire che aveva avuto una illuminazione e che era morto il 14 giugno a mezzanotte e che era salito direttamente in Cielo.
Nella prima parte del poema, “la vallata di Mou-hyub” è una vallata all’Est di Mou-san-hyun in Cina i cui pendii da entrambe le parti sono ripidi e scoscesi. Questa vallata è la più celebre delle tre vallate scoscese delle alte montagne in Oriente. Ci pare che si sia avventurato nella vallata del Mou-hyub e che si tenesse in piedi sulla vetta centrale o, in altre parole, che si trovasse nel mezzo dei picchi delle alte montagne, completamente isolato, fatalmente in una situazione senza alcuna via d’uscita. Non c’era che una sola possibilità, era la morte.
Nella seconda parte si osserva che già si sta preparando ad andare in Cielo.
‘La via lattea’ indica un paese del cielo, un paese di pace, chiaro e pacifico. E’ così che la luna sale rotonda, tutta chiara. Il cielo quì ha un altro significato da quello del paradiso, Se il paradiso è un luogo dove si va dopo la morte in ricompensa di buone azioni, il cielo è un altro mondo, differente dal mondo di quaggiù dove si rifiuta la Scienza del Cielo, il cattolicesimo e dove esiste la persecuzione. Il cielo non è un paese come quaggiù, nè un luogo oscuro, buio come una tomba, ma un paese chiaro, trasparente, riposante, governato dalla Scienza del Cielo.
Questo poema si presenta in due parti con due immagini opposte. Da una parte c’è l’immagine orribile del panico e della paura, ‘una immagine di morte’ come nella vallata di Mou-hyub. Yi Byok è sopra un picco in mezzo ad altri picchi e completamente accerchiato da alte montagne scoscese e deve intraprendere ‘un cammino che lo conduce verso la morte’. Dall’altra parte, ci sono immagini felici di pace, di calma, di chiarore, di gioia come ‘la luna rotonda, la via lattea, i bei vestiti di seta’ per andare in cielo.
Queste due immagini contrastanti si trovano sovente nelle opere poetiche degli altri fondatori della Chiesa di quel tempo. Si può pensare, senza difficoltà, che utilizzavano spesso queste immagini contrastanti a causa del conflitto tra la loro fede cristiana e le persecuzioni che essi subivano.
Proviamo ancora ad interpretare questo poema in maniera più estesa.

«La vallata di Mou-hyub è circondata da tutte le parti da rocce a picco senza fine, mi trovo solo su una vetta altissima in mezzo ad altre vette. Non c’è possibilità di fare un passo, sono in una situazione misera da morire. I potenti di questo mondo mi accerchiano come la vallata di Mou-hyub, non mi resta che inoltrarmi in un cammino più arduo che mi conduce verso l’altro mondo, il mondo dei morti.
Ma io mi adorno con i più bei vestiti di seta e me ne vado verso il paese del cielo, mia patria, come la luna che sale in alto nel cielo rischiarato dalle migliaia di stelle che brillano della via lattea, ben sistemate in un mondo tranquillo».


41. Il poema di venerazione composto in onore Yi Byok

Se l’ultimo poema di Yi Byok fu composto da lui stesso, il poema seguente ci fa conoscere le sue virtù, i suoi saperi e la sua personalità.
Nel 1777, Cheong Yak-Yong, all\'eta di quindici anni, offrì a Yi Byok, che ne aveva allora ventitré, un poema pieno di rispetto e di venerazione. Esiste anche un altro poema offerto a Yi Byok, nello stesso stile di quello di Cheong Yak-Yong, ma del quale non si conosce con precisione l’autore né la data.
E\' comunque ragionevole dedurre la data di questa composizione al periodo durante il quale Yi Byok aveva avuto un brillante successo in un grande dibattito pubblico sul tema del cattolicesimo e confucianesimo, con i due grandi sapienti dell’epoca Yi Ka-Hwan e Yi Ki-Yang, e Yi Byok aveva aiutato Cheong Yak-Yong a rispondere alle 70 domande del re Cheong-Jo sul libro , il bro del confucianesimo. Ecco il poema :

襟懷灑落光風霽月之無邊
思慮淸明長天秋水之相暎

O, immensità senza la limite del lumine e del vento della luna tra le nubi
che innaffia e pulisce tutto quel che si porta sui vestiti,
Il pensiero ed il cuore sono chiari e trasparenti poiché il vasto cielo e l’acqua del fiume in autunno si illuminano reciprocamente e si riempiono.

Proviamo ad interpretare ora, più liberamente questo poema :

«Quello che si porta nei vestiti», è quello che si porta nel cuore.
«Il lumine e il vento della luna tra le nubi», significano lo spirito largo e generoso. Normalmente si usa questa espressione per indicare qualcuno che, come la luna fa capolino tra le nuvole dopo la pioggia, illumina tutto senza limiti. Questa espressione dunque è adoperata in generale per indicare delle persone di fama, o maestri molto sapienti ed eruditi con capacità oratorie e scrittori.
In autunno, il cielo chiaro e l’acqua del fiume si illuminano l’un l’altro con la loro trasparenza, si aiutano a vicenda, il fiume si riempie. E’ una immagine : la grazia del Signore si unisce al sapere e alla virtù di Yi Byok per farlo brillare più perfettamente.
Questo testo è stato trovato con il manoscritto di Yi Byok . L’originale del manoscritto, scritto in un rotolo di carta non porta né il nome dell’autore, né una data, ma nessuno può obiettare su quello che descrive a proposito della sua virtù, la personalità, il sapere e il sapore letterario di Yi Byok. Quanto al testo, il contenuto, la struttura e il suo stile sono di un buon livello, e certamente opera di un grande scrittore, uno che conosce molto bene Yi Byok e che ha per lui un grande rispetto.
In ogni caso, è chiaro che non fu certamente scritto da qualcuno ostile o che perseguitava il cristianesimo. In più, la persona che aveva tenuto con tanto riguardo questo manoscritto, doveva senza dubbio, avere una relazione intima o speciale con lui. Si può presumere a questo punto che l’autore sia o Cheong Yak-Yong o Yi Seung-Houn. Ma a mio parere, è più probabile che sia Yi Seung-Houn, questo testo essendo stato trovato con il manoscritto postumo di Yi Seung-Houn stesso. Vi si trovano un certo stile e certe espressioni che sono uguali a quelle delle lettere che Yi Seung-Houn indirizzava al vescovo di Pechino. L’originale in cinese di questa lettera non è stato ancora trovato e attualmente noi ne possediamo solo una traduzione in francese. Si può intuire quello che Yi Seung-Houn aveva espresso nella sua lettera su Yi Byok attraverso la traduzione francese : «un sapiente», «un maestro». Osservando in più la struttura del poema, è evidente che ad esserne l’autore sia stato Yi Seung-Houn e non Cheong Yak-Yong.
In questo testo, si ritrovano ancore delle espressioni comparative come :«quello che si porta sui vestiti» con «il pensiero del cuore» ; «innaffia e pulisce» con «chiari e trasparenti» ; «lumine e vento della luna» con «il vasto cielo» ; «la luna tra le nuvole» con «l’acqua dello stagno in autunno» ; «l’immensità» con «si illuminavano l’un l’altro».
Questo stile comparativo vuole riflettere la realtà di questa epoca piena di contrasti tra perseguitati e persecutori.


42. L’inno funebre di Cheong Yak-Yong dedicato a Yi Byok, al suo funerale nel 1785

L’inno funebre di Cheong Yak-Yong composto per il funerale di Yi Byok nel 1785 esprime la venerazione per la personalità di Yi Byok : un uomo saggio, di alta virtù, un eroe. E ci rimette pure nell’ambiente dell’ultimo poema di YI Byok.

仙鶴下人間 La gru è scesa dal mondo dei saggi al mondo degli uomini.
軒然見風神 Abbiamo osservato in lui una sembianza divina.
羽翮皎如雪 Le sue ali e le sue piume erano bianche come neve.
鷄鶩生嫌嗔 Le galline e le anitre erano gelose e irritate.
鳴聲動九宵 Il canto della gru vibrava al di là dei nuovi cieli.
嘹亮出風塵 Il grido della gru era di tutta bellezza in questo mondo di polvere.
乘秋忽飛去 Il tempo è venuto, ed è volato lontano sull’autunno.
怊悵空勞人 A cosa servono questa tristezza, questi pianti e queste lamentele!

-continuera in Miracolosa Storia della Fondazione della Chiesa Cattolica in Corea. - (3)